mercoledì 27 febbraio 2013

Politiche 2013. La mappa completa degli eletti calabresi La delegazione parlamentare parla cosentino, ma non solo

 La provincia bruzia porta a Roma ben 11 eletti, 8 deputati e 3 senatori, si tratta del dato più rilevante della regione. A seguire Reggio Calabria con 7 parlamentari, Catanzaro con 4 eletti, Crotone con 3 esponenti, Vibo con due e poi i 3 eletti in Calabria ma di origine di altre regioni.



LA DELEGAZIONE parlamentare eletta in Calabria parla cosentino. La provincia bruzia è quella più rappresentata con ben undici rappresentanti. Otto sono i deputati, in buona parte provenienti proprio dal capoluogo. Il Pd a Cosenza ha eletto Enza Bruno Bossio e Stefania Covello, mentre con Centro democratico ha centrato la rielezione – spostandosi da Senato a Camera – Franco Bruno (da segnare in quota Rende). Per il Pdl c’è Jole Santelli ed è cosentino anche il grillino Sebastiano Barbanti. Se Lorenzo Cesa opterà, come si prevede, per la Puglia, via libera senza problemi a Roberto Occhiuto. Da Diamante arriva invece Ernesto Magorno, che della perla del Tirreno casentino è anche il sindaco. A completare la pattuglia dei deputati cosentini il vendoliano Ferdinando Aiello, roglianese doc. Alla Camera è netta la prevalenza cosentina. Reggio (che nel computo totale ha sette parlamentari) a Montecitorio porta tre deputati: Demetrio Battaglia (Pd), Rosanna Scopelliti (Pdl), Federica Dieni (M5S). Altri tre li prende Crotone: il primo è il “romano” Nico Stumpo, responsabile dell’organizzazione del Pd, che è partito da Cotronei alla conquista di Largo del Nazareno. Completano la pattuglia Nicodemo Oliverio (Pd) e Dorina Bianchi (Pdl). Due deputati per Vibo (Bruno Censore del Pdl e Dalila Nesci del M5S) e altrettanti per Catanzaro (Pino Galati del Pdl e Paolo Parentela del M5S). A Palazzo Madama i reggini saranno di più: quattro in tutto con Antonio Stefano Caridi e Vincenzo D’Ascola (Pdl), Giovanni Bilardi (Grande Sud), Marco Minniti (Pd). Tre invece i cosentini: Tonino Gentile (Pdl), Nicola Morra e Francesco Molinari (M5S). Infine due senatori anche per Catanzaro: Piero Aiello (Pdl) e Doris Lo Moro (Pd, vibonese di nascita trapiantata da anni a Lamezia, che l’ha vista sindaco dal ‘93 al 2001). Restano fuori da questa ricostruzione, ovviamente, la toscana Rosy Bindi, il salernitano Alfredo D'Attorre e il siciliano Domenico Scilipoti

La mappa degli eletti




http://www.ilquotidianoweb.it/resizer.jsp?img=UpkPfA5XLjh%2B1cO7FjMYpLVfu4I9gc95Y66STeyaFAk%3D&w=680&h=550&maximize=false

 http://www.ilquotidianoweb.it/gallery/711278/Le-mappa-degli-eletti.html

http://www.ilquotidianoweb.it/resizer.jsp?img=UpkPfA5XLjg%2BfL2yXWYABdgDnN786quuanXZhOqOghU%3D&w=680&h=550&maximize=false

Elezioni:affluenza in calo, 63,09, -8,32


Catanzaro provincia con piu' votanti, a Vibo maggiore flessione

www.blogger.com/blogger.g?blogID=5681584405697556281#editor/target=post;postID=686737991082082893

ANSA) - CATANZARO, 25 FEB - Affluenza in calo in Calabria alle elezioni politiche. I votanti sono stati il 63,09% degli aventi diritto con un calo dell'8,32% rispetto a 5 anni fa (71,41%) che fa della Calabria la penultima regione per numero di votanti. La provincia in cui si e' votato di piu' e' stata Catanzaro (65,18%) con un calo dell'11,9% rispetto al 2008. A Cosenza ha votato il 64,96% (-5,4); a Reggio Calabria il 59,63% (-9,04); a Crotone il 60,70% (-4,19); a Vibo Valentia il 64,02% (-15,17%).

sabato 23 febbraio 2013

Tropea nella classifica di Tripadvisor

 Il sito, uno dei più autorevoli e seguiti del settore, la inserisce tra le spiagge più belle del mondo

http://www.corrieredellacalabria.it/stories/vibo_valentia/12569_tropea_nella_classifica_di_tripadvisor/ 


ROMA C'è anche un po' di Calabria nella classifica di Tripadvisor dedicata ai luoghi turistici più belli al mondo. Se la palma assoluta va alla Spiaggia dei Conigli di Lampedusa, per Tripadvisor, il sito di recensioni di viaggi nel mondo, e il suo ambitissimo Traveler's Choice Beaches Awards 2013 c'è posto anche per Tropea.
Il sito – uno dei più autorevoli e seguiti del settore – ha messo sul gradino più alto uno dei più rinomati gioielli turistici della Sicilia. Ma vengono premiate anche alcune spiagge della Sardegna, molte di queste al top nella graduatoria italiana, con ben cinque litorali segnalati. Tra queste La Pelosa (a Stintino), seconda classificata, seguita da Cala Mariolu (Orosei). La Pelosa peraltro si fa strada anche nella graduatoria europea, piazzandosi all'ottavo posto.
La Spiaggia dei Conigli ha quindi avuto la meglio, su un totale di 276 località esaminate, grazie al mare cristallino e alla sabbia bianca che si fa largo tra costoni di roccia arricchiti da macchia mediterranea. Un luogo incontaminato, certifica Tripadvisor, grazie alla riserva naturale gestita da Legambiente, dove ogni anno a primavera inoltrata le tartarughe marine Caretta Caretta depositano le uova nella parte orientale della spiaggia. A livello mondiale la Spiaggia dei Conigli sopravanza i Caraibi, con la Grace Bay nell'isola di Providenciales (nell'arcipelago di Turks and Caicos, non lontana da Cuba) e l'australiana Whitehaven, nell'isola di Whitsunday. A seguire la Baia do Sancho, a Fernando de Noronha (Brasile) e la Flamenco Beach a Culebra (Portorico).
La classifica italiana comprende, dopo la Spiaggia dei Conigli, anche La Pelosa di Stintino e Cala Marioli di Orosei, la Baia del Silenzio di Sestri Levante (Liguria), la Spiaggia di Tuerredda a Teulada (Sardegna), quella di San Vito lo Capo (Sicilia), di Tropea (Calabria), Cala Brandinchi (Sardegna), la Spiaggia del Fornillo a Positano (Campania) e Cala Goloritze a Baunei (Sardegna).
La trionfatrice morale della fotografia di TripAdvisor è quindi, dopo la siciliana Lampedusa, la Sardegna, che inserisce nella graduatoria ben cinque spiagge.
A livello europeo la Spiaggia dei Conigli si impone su la Playa de las Catedrales di Ribadeo, Spagna, e su Rhossili Bay, a Swansea. Anche in questa lista spicca la Sardegna, con l'ottava posizione di La Pelosa e la diciassettesima di Cala Mariolu; al venticinquesimo troviamo infine la Baia del Silenzio di Sestri Levante.

venerdì 22 febbraio 2013

Briatico, Game Over?





Briatico - Lo stato di degrado e di abbandono in cui ormai versa il territorio di Briatico è purtroppo sintomatico di un allontanamento delle forze politiche e delle Istituzioni, che neanche in questo periodo di campagna elettorale hanno saputo riavvicinarsi alla popolazione briaticese.
Probabilmente il territorio briaticese svuotato di persone e contenuti, non è più un bacino appetibile di voti cui attingere e la disaffezione della gente alla politica non è cosa nuova, considerando il fatto che ormai da anni non esiste più una sede di alcun partito.
Allo stesso tempo si sente la lontananza da parte delle istituzioni, che saranno vicine ai Commissari ma non ai cittadini e che a parte qualche rara e dovuta apparizione, sembrano snobbare questa città che pare proprio essere una “mela marcia” della Costa degli Dei. Ma qualche critica va fatta, se non per senso civico, per onestà intellettuale;
Dall’insediamento della Commissione Prefettizia successiva allo scioglimento del Consiglio comunale di Briatico per presunte ingerenze della criminalità organizzata, molte cose sono cambiate, in peggio. Inutile dire in primo luogo che nessuno ha pensato bene di spiegare ai cittadini Briaticesi come la Dichiarazione di Dissesto finanziario sia stata solo una atto dovuto, una operazione di trasparenza, una presa di coscienza della politica che non si poteva più continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto. Tale dichiarazione atta a palesare una condizione economica disastrosa che non poteva essersi creata in 2 anni di amministrazione, ma era frutto di una forse decennale dissennata gestione finanziaria della cosa pubblica, si ritrova invece come una delle motivazioni di scioglimento del Comune di Briatico.
E arriviamo dunque a questa temporanea sospensione della democrazia, lo Scioglimento del Consiglio Comunale, un atto del ministero dell’Interno che deve intendersi non contro i cittadini ma proprio a loro tutela, per cui vengono nominati non uno, bensì tre commissari prefettizi, come la legge vuole, a tutelare i cittadini briaticesi.
Ed ecco così sparire ad esempio, nel pieno di una crisi regionale dello smaltimento dei rifiuti, la raccolta differenziata a Briatico e frazioni; ecco come tanti e importanti progetti e bandi ai quali il Comune  stava partecipando attivamente, vengono abbandonati o trascurati; ecco come la viabilità delle strade comunali e interpoderali viene messa a serio rischio, causa incuria e mancanza di manutenzione; ecco come un Piano Strutturale immobile da anni, base di lancio per l’edilizia, microcosmo economico per un Comune senza grandi introiti fiscali, poteva essere rimesso in moto in un periodo di crisi globale, per mano dei Commissari e dunque senza dubbio alcuno sulla legalità e trasparenza delle operazioni e invece, nulla!
Ecco come gli uffici del Comune, che dovrebbe essere l’ Ente più vicino al cittadino, rimangono chiusi e creano disservizi anziché dare servizi. E ancora, bandi pubblici passati sotto silenzio, l’Ufficio Tecnico Comunale per mesi privo di Responsabili per il disbrigo anche di queste pratiche. Il risultato dell’analisi della gestione di un anno di commissariamento è  fallimentare. Non sono serviti gli appelli di diversi esponenti della società civile, ricordo ad esempio la lettera aperta del Dott. Domenico Centro in cui si chiedeva daparte dei Commissari una correzione di rotta per il bene comune, o addirittura l’intervento di noti briaticesi emigrati fuori Regione come Angelo Melluso, presidente dell’Associazione Culturale “Briatico nel mondo”, che portano alto il nome della nostra cittadina nel mondo, ma si trovano a fare i conti al ritorno in patria, con situazioni ben diverse dai tempi che ricordano con nostalgia, in cui la nostra amata cittadina era il fiore all’occhiello della Costa Vibonese.
In conclusione dentro di me il dubbio si insinua grave. Democrazia e confronto,  Istituzioni e Politica, Manifesti elettorali di fronte a una scuola chiusa e cumuli si immondizia in prossimità delle elezioni Nazionali e nessuno che si preoccupi ascoltare i problemi di una comunità, di porre delle domande, figuriamoci di dare delle risposte, allora io mi chiedo di tutto quanto appena sopra, che cosa non vorrei più vedere a Briatico?

Sergio Bagnato

giovedì 21 febbraio 2013

Briatico 2013...


E tu, da che parte stai?


 RcCdPd
AglMontiFliUdc
M5S               Fare
LegaDestraPdlFdIFn


Su Openpolis potete trovare un semplice test su 25 temi diversi.
Tutte le Liste elettorali hanno risposto e chiarito le loro posizioni sui temi per cui il risultato può essere considerato uno strumento abbastanza valido, a colori i quali non l'avessero ancora fatto, per darsi una collocazione.
Un mezzo simpatico per avvicinare dissidenti e scettici alle elezioni politiche 2013. Che dire? Tentar non nuoce!

 http://politiche2013.voisietequi.it/


sabato 16 febbraio 2013

Un contributo di idee per il territorio briaticese


Intervista ad Angelo Melluso, Presidente dell'Associazione Culturale “Briatico nel Mondo” 

di Franco Vallone






Dopo la pubblicazione della lettera aperta di Domenico Centro sulla questione Briatico si apre un ampio dibattito che vede protagonisti numerosi cittadini. È la volta dell'intervento del presidente dell'associazione “Briatico nel Mondo”, Angelo Melluso, che, da Milano, espone alcune interessanti proposte: “La nostra volontà è  quella di collaborare per rendere migliore Briatico, non abbiamo alcuna velleità o necessita' diversa da quella di dare un contributo di idee durante tutto l'anno ed in estate con la nostra presenza, di arricchire la qualità del tempo delle vacanze con proposte di eventi culturali, di intrattenimento, sagre di prodotti locali ed altro”. “Briatico nel mondo” è un'associazione che nasce a Milano nel 2011. Si inizia incontrandosi a pranzo una domenica ed invitando, con il passa parola altri amici briaticesi residenti nel Nord dell'Italia. “Ben presto il numero è cresciuto a dismisura e, alla seconda occasione d'incontro, siamo stati costretti a chiudere il numero degli invitati a centodieci perché il ristorante non era sufficientemente capiente”- sottolinea Melluso. “Ovviamente il pranzo è come quello di una cerimonia, si inizia verso mezzogiorno e ci si lascia verso le diciotto dopo avere consumato il cibo, dopo aver tagliato la classica torta con l'icona della torre Rocchetta e dopo aver ballato ascoltando i nostri musicisti che sono i componenti dell'originale Gruppo folkloristico  di Briatico. Le presenze agli incontri sono garantite da amici che provengono da ogni parte d'Italia, anzi, già dal terzo incontro, hanno voluto partecipare alcuni amici residenti di Briatico, che, increduli, sono venuti  a verificare il forte legame che ci univa. Il commento più bello che abbiamo sentito da parte di tutti è stato “noi qui ci sentiamo più briaticesi di quando siamo a Briatico, ci riconosciamo, ci salutiamo, passiamo tre-quattro ore a raccontarci gioie e dolori del passato e del presente, ci confrontiamo su come eravamo e su come siamo ora, ci scambiamo gli indirizzi, i numeri dei telefonini, ci risentiamo e poi ci lasciamo con l'impegno di rivederci”. Poi Angelo Melluso aggiunge: “Noi abbiamo creato comunicazione tra i briaticesi non residenti che amano Briatico in maniera assoluta ed incondizionata senza altro interesse che l'amore per la propria terra . Soffriamo quando ritorniamo d'estate e troviamo una realtà ambientale deludente, poco accogliente, scarsa di iniziative, con l'unico vero tesoro che sono il mare e le spiagge in uno stato di incuria a volte penoso. E' triste per noi ritornare dopo avere sognato e decantato agli altri le bellezze del nostro mare e trovare un'immagine di abbandono, mare e spiagge sporche, immondizia ovunque e rassegnazione generale”.  L'associazione “Briatico nel Mondo” inizia a porsi domande importanti: “Vi ricordate quando a Briatico Piazza IV Novembre era piena anche se non c'erano feste?  La gente alla sera usciva solo per la gioia ed il piacere di incontrare gli altri, sul corso c'era lo struscio fino a notte fonda”. Sono passati i tempi è vero e le abitudini sono cambiate ovunque, ma nelle limitrofe Pizzo e Tropea le piazze e le strade sono ancora affollate. “Non poniamo un paragone che sarebbe perdente in partenza – afferma Melluso - se riferito alla diversità evidente delle città. Poniamo un quesito alla scarsa partecipazione dei presenti nei propri luoghi di villeggiatura.  Allora abbiamo pensato: perché non riportiamo i briaticesi in piazza con una manifestazione del tipo, usciamo tutti questa sera e ceniamo in Piazza?. Facciamo preparare alle nostre donne le specialità del luogo e ci sediamo tutti assieme per una sera. Una goccia nel mare, certo ma proviamo a vedere cosa succede. L’Associazione ormai riconosciuta con atto costitutivo e  statuto, legittimata a rappresentare un  pezzo di società civile, ha chiesto ed ottenuto un incontro con la Commissione Straordinaria, ed ha chiesto ed ottenuto il Patrocinio del Comune di Briatico (non soldi ma adesione) ed i Commissari sono stati ben contenti di incontrare una  associazione propositiva. Nel pomeriggio, prima della festa, abbiamo presentato l'associazione nella sala consiliare del Comune con un buon gruppo di promotori e residenti oltre ai rappresentanti dell'Istituzione comunale. Successivamente abbiamo realizzato la festa, con il supporto logistico della Parrocchia per la preparazione delle specialità, senza alcun fine religioso, lo stesso parroco ha ricordato durante la Messa domenicale quale fosse lo spirito di fratellanza che la nostra proposta portava ai briaticesi.  Un vero, grande successo! la piazza gremita dalle venti sino alle due del mattino. Una folla di briaticesi e turisti, ordinati e silenziosi, hanno riempito la piazza e cenato vicini gli uni agli altri. I locali pubblici affollati e le strade piene di persone che si muovevano nel centro storico. Al termine della sagra qualche giovane ha allietato la serata con un karaoke del tutto improvvisato. L'intero incasso  è stato  completamente devoluto alla Parrocchia per la ristrutturazione della chiesa madre e l'associazione si è assunta buona parte delle spese passive. Veniamo all'oggi. Quando abbiamo ideato il nome Briatico nel Mondo - sottolinea il presidente Melluso - qualcuno dei fondatori, non comprendendone il senso estensivo, ha pensato ad un idea megalomane. Il termine “nel mondo” era per ritrovare e raggiungere on line tutti i briaticesi del mondo, che sono tanti dall'Europa agli Stati Uniti, dall'Oriente all'America latina, Canada, Australia ecc. La nostra raccolta si  amplia di giorno in giorno. Il nostro sito web sta crescendo e tra breve sarà ristrutturato con accessi in diretta per messaggi, dialoghi tra soci, forum a tema, webcam e tante altre iniziative multimediali. Ciò consentirà a tutto il mondo di rivedere Briatico, la propria amata Briatico ed averne notizie in tempo reale. Essendo la popolazione non residente ormai avanti con gli anni dobbiamo far si’ che sempre più' giovani entrino in contatto con noi e tra loro attraverso il sito, per questo lo rinnoveremo anche nella forma estetica e viste le carenze informative sulla zona speriamo di diventare una finestra sempre più' aperta su Briatico per i briaticesi nel mondo.
Venendo alle ultime e recenti notizie giornalistiche pubblicate vorremmo esprimere sostegno ed adesione a tutti i briaticesi residenti che si muovono per un recupero ed una ripresa positiva del territorio. Non possiamo che essere d'accordo con gli appelli che provengono da esponenti locali  per ridare a Briatico ordine, tranquillità e serenità, condizione necessaria per consentire alla Città' di riprendere il cammino verso la normalità”. Per ultimo l'apoteosi dell'immagine della Torre con la marina di Briatico come desktop dei tablet della Sony commercializzati in Giappone. Ecco questa immagine ci rende del tutto simile alla realtà di una Italia artisticamente esaltata all'estero e maltrattata in patria. Perdonateci il titolo sul nostro sito ma ora Briatico è veramente nel mondo. Siamo orgogliosi, entusiasti, onorati. Questo è tutto quello che ognuno di noi si può' sentire, vedendo la propria icona ripresa per motu proprio e senza alcuna segnalazione. E' lei che ci parla dalla sua granitica forza di rappresentanza e che resiste nei secoli svettando diritta nel  cielo azzurro del nostro mare. Ci ha regalato ancora una volta la forza di rialzarci, di sentirci forti e allora facciamolo, prima che si stanchi e magari si lasci andare. Che non succeda mai ma quel giorno se mai dovesse arrivare, Briatico subirebbe una perdita maggiore del terremoto del 1783. Per queste ragioni ed in onore della Torre, Briatico nel Mondo ha approvato la prossima iniziativa estiva del 2013, che si chiamerà' “Riscopriamo la Marina”. Una serata dedicata ad una grande festa-incontro all'insegna del mare e dei suoi prodotti con sagra gastronomica di pesce.Una festa che coinvolgerà in primis i pescatori con le loro organizzazioni locali e poi un gruppo di volontari locali che stiamo organizzando per ripulire la Marina e la sua immagine.  Al termine speriamo che ci siano: musica, balli e canti come succedeva nella marina di qualche decennio fa, quella che negli anni sessanta - settanta ha fatto sognare tanti giovani briaticesi e non che scendevano numerosi alla sera a piedi e sotto la luce di qualche faro improvvisato ballavano nella rotonda sul mare abbracciati e protetti dalla nostra Torre di Briatico”.
Franco Vallone

venerdì 15 febbraio 2013

Svuotavano società per non pagare erario e creditori

Agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta gli imprenditori Ivano, Giuseppe ed Emiliana Ceravolo e il commercialista Sergio Scalise di Lamezia Terme. Nell’ambito dell’operazione condotta da Procura e GdF eseguito il sequestro di due aziende (valore un milione).

 
Fanalino di coda in tutte le classifiche, ma primo della classe in materia di bancarotta, meglio se fraudolenta. Un “primato” che se da una parte il Vibonese si ritrova sul groppone, dall’altra dà l’idea del lavoro condotto dalla Procura che, con l’ausilio della Guardia di finanza e in stretta sinergia con la Sezione fallimentare del Tribunale, ha già portato a 15 arresti e al sequestro di beni per oltre 7 milioni e mezzo di euro. È stata denominata “Food Service” l’ultima operazione sul tema, conclusasi ieri con l’arresto (domiciliari), per bancarotta fraudolenta, di tre fratelli, imprenditori vibonesi e del loro commercialista di Lamezia Terme. Eseguito inoltre il sequestro preventivo di due aziende del settore ittico e delle quote sociali (in particolare tutti i beni strumentali e i rapporti funzionali all’esercizio dell’im - presa), per un valore di un milione di euro. In pratica i tre imprenditori avrebbero continuato a operare nello stesso settore e con la stessa struttura aziendale della società fallita (la Food Service) che, ma soltanto sulla carta, nel giro di pochi mesi sarebbe stata trasferita a due persone residenti in Piemonte, continuando a essere attiva nel Vibonese con un’altra ragione sociale. Tecnica che avrebbe consentito ai tre fratelli di sottrarre disponibilità finanziarie e altre utilità al concordato fallimentare che, tra l’altro, non ha trovato alcun documento contabile per la ricostruzione del volume d’affari. Operazione che, per gli inquirenti, sarebbe stata condotta con il contributo del commercialista che avrebbe consentito il fittizio trasferimento di quote societarie. In esecuzione della misura cautelare, disposta dal gip Gabriella Lupoli su richiesta del pm Santi Cutroneo, ieri i militari del Nucleo di polizia tributaria e di Polizia giudiziaria della Guardia di finanza di Vibo Valentia, hanno proceduto all’arresto dei fratelli Ivano Ceravolo, 31 anni, originario di Vibo ma residente a Mira (Venezia); Emiliana Ceravolo, 38 anni residente a Vibo Marina e Giuseppe Ceravolo, 39 anni residente a Longobardi. Ai domiciliari anche Sergio Scalise, 46 anni, commercialista di Lamezia Terme. Indagato per bancarotta fraudolenta anche Domenico Rizzo, 49 anni, originario di Vibo ma residente a Carmagnola (Torino) – il quale si sarebbe ritrovato amministratore della Food Service a sua insaputa – destinatario di un avviso di garanzia. Sono stati invece apposti i sigilli, nell’area industriale di Maierato, alle società “Cerpesca srl” e Cerpesca Ceravolo srl”, mentre il gip non ha accolto la richiesta di sequestro nei confronti della “NordEst surgelati srl” in quanto, seppure controllata da Ivano Ceravolo, «non si è rivelata, allo stato, consistente collettore di beni già di appartenenza della Food Service». Secondo quanto emerso dalle indagini –scattate lo scorso anno e condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Sezione di polizia giudiziaria di Vibo – dalle “ceneri” fallimentari della società Food Service, operante nella produzione e vendita all’in - grosso e al dettaglio di prodotti ittici surgelati o alimentari, sarebbero sorte tout-court altre due società. Dapprima la Cerpesca srl, poi la Cerpesca Ceravolo srl. Società definite «alter ego della fallita » dagli inquirenti per i quali, attraverso la loro costituzione gli imprenditori avrebbero distratto dal patrimonio aziendale beni societari e risorse finanziarie per centinaia di migliaia di euro. In pratica la Food Service srl, dichiarata fallita nell’aprile 2011, sarebbe stata svuotata dei beni con la sottrazione al fisco di 2 milioni. Ammonterebbe invece a 600mila euro il danno ai creditori. A consentire agli inquirenti di scrivere un altro capitolo del complesso tomo sulla bancarotta fraudolenta nel Vibonese, la segnalazione – da parte del giudice della Sezione fallimentare del Tribunale, Fabio Regolo (che da tempo lavora in stretta collaborazione con Procura e Gdf) –di un’ipotetica distrazione di beni dalla procedura concorsuale. Ipotesi investigativa sulla quale si sono concentrate le indagini delle Fiamme gialle, su delega della Procura. I particolari dell’operazione “Food Service” sono stati illustrati ieri a Vibo Valentia dal procuratore Mario Spagnuolo, dal sostituto Cutroneo, dal col. Paolo Valle (comandante della Gdf) e dal ten. Michele Di Nunno, a capo del Nucleo di polizia tributaria.
Marialucia Conistabile

Faida di Stefanaconi, blitz e arresti in un appartamento di Piscopio

Bloccati per violazione dell’obbligo di dimora Raffaele Moscato e Rosario Battaglia in precedenza indagati per detenzione di arma clandestina.

 
 
 
 
 
Sono stati svegliati all’alba. Dormivano in un appartamento di via Regina Elena, a Piscopio, frazione di Vibo Valentia. Non erano armati e non hanno opposto alcuna resistenza. Si sono consegnati tranquillamente agli agenti della Mobile ed ai poliziotti dell’anticrimine, che hanno partecipato alla delicatissima operazione. Raffaele Moscato, 24 anni di Vibo Marina, e Rosario Battaglia, 28 anni, di Vibo Valentia, sono finiti in carcere su ordinanza del gip distrettuale. Nei loro confronti l’accusa di violazione del divieto di dimora a Vibo Valentia e provincia, a cui erano stati sottoposti nell’ottobre scorso. Un aggravio, quindi, della misura che li ha spediti entrambi in carcere. I nominativi di Moscato e Battaglia erano balzati alle cronache in seguito alla sanguinosa faida tra i Patania di Stefanaconi (ormai decimati dai “colpi” inferti della procura distrettuale antimafia di Catanzaro) ed i cosiddetti Piscopisani. Entrambi erano stati arrestati dopo l’omicidio di Francesco Scrugli, avvenuto il 21 marzo dello scorso anno in una palazzina in via dell’Arenile a Vibo Marina. Un agguato al quale erano miracolosamente sfuggiti, anche se rimasti feriti e quindi costretti a ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso. In quel caso, ad incastrarli era stato il rinvenimento di una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, che in seguito alle indagini sviluppate dalla squadra Mobile di Vibo Valentia, è emerso fosse nella loro disponibilità. Moscato e Battaglia sono stati scarcerati per decorrenza dei termini della custodia cau telare (insieme a Rosario Fiorillo, 23 anni, di Piscopio anche lui coinvolto in quella vicenda) a distanza di circa sei mesi. Il provvedimento del gip è stato emesso sulla base di un’istanza presentata dal loro legale di fiducia, l’avvocato Francesco Muzzopappa. Ma in quel provvedimento il giudice aveva imposto il divieto assoluto di dimora a Vibo Valentia e provincia. Non solo per la pericolosità dei soggetti scarcerati, quanto perché ritenuti nel mirino delle cosca rivale. Nonostante ciò nel novembre scorso gli agenti delle Volanti avevano segnalato all’autorità giudiziaria la presenza di Raffaele Moscato in un locale di Vibo e sulla base di ciò il gip distrettuale nel giro di pochi giorni aveva disposto la custodia cautelare in carcere. Moscato, pertanto, veniva ricercato già da qualche mese perché stante il provvedimento cautelare a suo carico veniva a trovarsi in regime di latitanza. E dopo pedinamenti, indagini, controlli a vasto raggio e, forse, qualche soffiata – anche se in tal senso il dirigente della Mobile Antonio Turi, nel corso di un breve incontro con i giornalisti, non ha ritenuto di dover fornire ulteriori particolari – hanno scovato Moscato all’interno di un appartamento a Piscopio. Ma il blitz della polizia scattato all’alba di ieri mattina ha permesso alla Polizia di sorprendere anche Rosario Battaglia. Entrambi dormivano in un appartamento dello zio di quest’ultimo. Il gip informato tempestivamente anche della presenza di Battaglia, nei cui confronti era ancora in vigore il divieto di dimora, ha emesso in pochissimo tempo, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche nei suoi confronti. Nessuna contestazione di reato a carico dei parenti di Battaglia proprietari dell’abitazione dove i due avevano trascorso la notte. Non si esclude, tuttavia, che gli agenti da giorni ormai seguissero le mosse di entrambi, aspettando il momento giusto per fare irruzione nell’appartamento.
 
 

lunedì 11 febbraio 2013

IL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI AL MONDO



"Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio".


BENEDETTO XVI
#per gentile concessione di Elia Fiorenza

lunedì 4 febbraio 2013

ASP, ARPACAL, SORICAL E BENZENE...

Il lago avvelenato dell'Alaco oggi posto sotto sequestro
A pensarci così, d’amblè, ci si chiede come una sostanza tipo il benzene, contenuto nei processi industriali petroliferi, sia potuto arrivare fino a mille metri di altezza. Eppure, secondo le analisi confermate dall’Asp di Catanzaro, quel costituente è li nelle acque del bacino oggi come ieri sempre più avvelenato. Del resto, parlare dell’Alaco è un po’ come raccontare il segreto di pulcinella. Tutti sanno. E quelli che non sanno immaginano. Perché l’acqua che scorre nei rubinetti di 400milacalabresi è fetida. Fetida e puzzolente. E poi odora di malapianta. Quella, ad esempio, del binomio pubblico-privato che porta il nome di Sorical. O addirittura quella dell’Arpacal, che per settimane custodisce in un cassetto dati allarmanti di sostanze pericolose come il benzene, rilasciandole - per non si sa quale incredibile ragione, forse ci penserà la magistratura - dopo settimane. Per non parlare ovviamente dei tanti sindaci corresponsabili del disastro ambientale più grave degli ultimi decenni. Perché giorno dopo giorno, malgrado le pezze e le rassicurazioni mosse dagli amministratori locali in primis, principali testimonial positivi della ormai famosa catena di sant’Antonio “total calabra”, la torbida situazione che circonda il vibonese inizia davvero ad assumere contorni fin troppi chiari e, purtroppo, fin troppi disastrosi. Se alle fine delle indagini la Procura avrà avuto ragione a dubitare di questo sistema malato, l’accusa più infamante per alcuni dei 26 indagati del capitolo “Acqua sporca” sarà avvelenamento colposo di massa. Un triste suggello ai tanti presentimenti di moltissimi visionari che già da parecchi anni lanciano allarmi inascoltati. E la memoria fa un passo indietro, iniziando a ricomporre pezzi di un puzzle che, malgrado i tentativi continui di insabbiamento e sottovalutazioni varie, trovano spazio e forza in una sorta di giustizia divina. Perché in questo tremendo racconto di colonizzazioni condivise dai colonizzati tutto ritorna sempre a galla. Feci incluse. E si ricorda improvvisamente la vecchia storia di una ditta cosentina appartenente ad un imprenditore coinvolto in traffici illeciti di materiale tossico e che, dice una legenda sempre meno legenda, scaricava nell’invaso delle Serre fusti inquinanti e addirittura interi camion carichi di qualunque nefandezza. Poco prima dell’inchiesta partita dalla Procura di Vibo, i responsabili della società che gestisce gli acquedotti regionali, si erano persino spinti a proclamare il liquido da loro trattato talmente buono da potersi anche bere. Semplicemente verrebbe da dire “vergogna”. Ma occorre rimanere fiduciosi perché non tutto può essere sottaciuto, specie quando l’evidenza dei fatti imputabili, mista alla gravità degli stessi, sono così pesanti. A meno che non si voglia far passare questo nuovo allarme come un problema superabile in tempi brevi. Non è più il caso. Un po’ perché sembra ormai impossibile conciliare due realtà antitetiche fra loro come, appunto, Alaco e acqua buona, e un po’ perché di tempo, la cittadinanza, non ne è più disposta ad attenderne. Diversamente, i calabresi dovrebbero prendere atto del loro valore di uomini e cittadini, venduti caramente al potente di turno per le solite quattro lire.

Angelo De Luca