Pantaleone ''Luni" Mancuso, capo dell'omonima cosca di Limbadi,
aveva la "capacità di insinuarsi, attraverso propri referenti, nel mondo
politico-imprenditoriale, condizionando a suo favore il sistema". Lo
scrivono i magistrati della Dda di Catanzaro nelle oltre 1.700 pagine
del decreto di fermo eseguito stamani contro presunti capi e gregari
della cosca. "E' stato documentato - scrivono il procuratore aggiunto
Giuseppe Borrelli, il sostituto procuratore generale Marisa Manzini,
applicata alla Dda, e il pm Simona Rossi - il diretto interesse di
Pantaleone Mancuso, in occasione delle elezioni amministrative del
maggio 2011, a sostegno del candidato Francesco Antonio Crudo, poi
effettivamente eletto sindaco di Limbadi. Sono state intercettate
ulteriori conversazioni nel corso delle quali è stata documentata
l'esplicita richiesta di voti rivolta a Mancuso da parte di altri
candidati nei comuni di Limbadi e Ricadi, in occasione delle elezioni
amministrative del 15 e 16 maggio 2011. E' emerso, infine, il concreto
impegno elettorale di Antonio Maccarone, genero di Pantaleone Mancuso, e
dello zio paterno, Aurelio Maccarone, consigliere provinciale a Vibo
Valentia, a sostegno di alcuni candidati in occasione delle elezioni
amministrative del maggio 2011, in chiara convergenza di interessi con
lo stesso Mancuso". "Altra tematica emersa nel corso delle indagini,
dalla quale risulta ulteriormente dimostrata la consapevole cooperazione
offerta da Aurelio ed Antonio Maccarone alle attività ed agli interessi
illeciti di Mancuso - scrivono ancora i pm - è quella relativa agli
interessi di quest'ultimo nella politica locale. Le intercettazioni
dimostrano che Mancuso intrattiene occulti legami personali con alcuni
esponenti politici locali, fra i quali Ottavio Gaetano Bruni
(consigliere regionale eletto con la lista Autonomia e diritti e poi
passato all'Udc, ndr), esponente di vertice dello schieramento politico
in cui milita anche Aurelio Maccarone. Più soggetti si sono rivolti a
Mancuso chiedendogli appoggio elettorale e in tal modo rendendo evidente
come egli venga notoriamente riconosciuto quale esponente mafioso di
rilievo, in grado di procacciare voti, anche in comuni della provincia
vibonese diversi da Limbadi". Il procuratore di Catanzaro Vincenzo
Antonio Lombardo, incontrando stamani i giornalisti, ha detto che nessun
politico é al momento indagato.
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