mercoledì 9 gennaio 2013

Briatico, Primarie Pd si territorio no


Brunello Censore sbanca il paese della Torretta (167 preferenze) e i politici locali inseguono il loro personale sogno. E intanto Briatico sprofonda nell'abbandono...

A meno che la matematica non sia un’opinione, cosa comunque possibile in un paese come Briatico, il dato che emerge dalle primarie di fine anno del Partito democratico può offrire alcuni spunti importanti di riflessione. Assodato che il dibattito politico in paese sia assente dalla vita pubblica, vista soprattutto la latitanza dalle scene di personaggi, appunto, politici o pseudo tali dal post commissariamento in poi, si scopre che le ultime votazioni, invece, hanno fatto capire bene cosa ci può essere sotto il tappeto: un attenzione particolare per le vicende extra-territoriali. Altrimenti non si spiegherebbero diversamente le quasi 300 persone accorse a votare per un partito, quello di Bersani, sicuramente presente nella teoria e nella storia,  ma praticamente inesistente nella realtà, non essendoci infatti da anni nessuna sede di partito. Basti pensare, inoltre, che entrambe le primarie non sono state effettuate in un luogo normalmente deputato a far svolgere nella più trasparenza possibile le elezioni, ma in un locale privato di un noto personaggio locale. Evidentemente tutto, e specialmente in questo momento storico, fa brodo. E poco importa se l’uomo in questione, Lidio Vallone, è uscito già da tempo, a questo punto apparentemente,  dalla porta principale della politica dopo diverse esperienza trascorse con i socialisti, i post socialisti, i bruniani e i loieriani, entrando poi dalla finestra del cortile, di casa sua per giunta, e tornando infine nella liftata casa madre a caccia, soprattutto a Vibo, di pane e voto quotidiano. Ai fini della legittimità democratica nulla da dire, sia chiaro, anche se più di qualche domanda, ai cittadini briaticesi, può venire in mente proprio perchè abbandonati da coloro i quali per anni hanno cavalcato, senza tra l’altro straordinari risultati, l’onda del consenso allargato per avviare – in parola e promessa - una stagione del cambiamento mai conosciuta. Briatico, nell’ultima sfida elettorale interna al Pd, si è confermato il quinto paese più importante per il trionfatore della tornata, ovvero Brunello Censore. Di questo incontrovertibile dato, ovvero quei quasi 300 votanti accorsi a casa “Vallone” per incoronare con esito bulgaro (167 preferenze) uno che forse a Briatico nemmeno ha mai messo piede, è bene tenerne conto. Un po’ perché suona strano l’interesse improvviso alla politica da parte di quel 10 per cento degli abitanti poco inclini, guardando gli ultimi mesi di riferimento totalmente scevri da qualsivoglia dibattito, alla sacralità della vita pubblica e un po’ perché non si riesce a capire come mai ci si spende davvero così poco per il proprio territorio, dimenticandolo senza pudore, mentre in realtà si organizza  o si prende parte ad una macchina elettorale perfetta per lo straniero di turno. Appare, dunque, fin troppo chiaro che Briatico, come altre realtà calabresi, è uno di quei centri italiani dove esiste una gestione scientifica del consenso. Scientifica e, come le primarie briaticesi insegnano, privatistica. Ma i tempi, forse, sono maturi per una parte della società civile disillusa e stanca da certe logiche. E se per qualcuno il ritorno di fiamma può essere visto come una benedizione, per altri invece questi non sono che gli ultimi tentativi di una politica e di politici al tramonto.

Angelo De Luca

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