Il sostituto procuratore della Repubblica Carlo Villani ha chiesto il rinvio a giudizio per i 15 indagati per le presunte irregolarità nella gestione della discarica di Alli, a Catanzaro.
Il sostituto procuratore della Repubblica
Carlo Villani ha chiesto il rinvio a giudizio per i 15 indagati per le
presunte irregolarità nella gestione della discarica di Alli, a
Catanzaro. Nell'inchiesta sono indagati imprenditori, professionisti,
funzionari dell'ufficio per l'emergenza ambientale, l'ex commissario,
Graziano Melandri, e l'assessore all'ambiente della Regione Calabria,
Francesco Pugliano, nella sua qualità di ex sub-commissario dell'Ufficio
per l'emergenza
Ai quindici indagati vengono contestati a vario titolo i reati di
associazione per delinquere, abuso d'ufficio, evasione fiscale,
corruzione, falso e disastro ambientale. La richiesta di rinvio a
giudizio è stata trasmessa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro
all'ufficio del Gup, Maria Rosaria Di Girolamo, che dovrà fissare la
data dell'udienza preliminare. L'accusa ipotizza l'esistenza di
un'associazione per delinquere il cui promotore sarebbe l'imprenditore
veneto Stefano Gavioli, proprietario della società Enertech.
Dell'organizzazione, secondo la Procura, avrebbero fatto parte il
direttore tecnico della Enertech, Loris Zerbin; l'amministratore di due
società del gruppo, Giovanni Faggiano; il legale del gruppo industriale,
Giancarlo Tonetto; e poi anche Paolo Bellamio ed Enrizo Prandin. Dalle
indagini condotte dalla Guardia di finanza e dai carabinieri del Noe è
emerso che la società Enertech, attraverso una serie di artifici
contabili, avrebbe evaso le imposte dovute all'erario. Nonostante i
debiti con il fisco l'ufficio del commissario per l'emergenza
ambientale, secondo l'accusa, avrebbe liquidato somme per diversi
milioni di euro alla società. Per questa vicenda, infatti, sono
coinvolti nell'inchiesta l'ex commissario Melandri e l'ex
sub-commissario ed attuale assessore regionale Francesco Pugliano. Ai
vertici della Enertech viene contestato anche il reato di disastro
ambientale per lo smaltimento illegale nel fiume Alli, e successivamente
nel Mar Ionio, del percolato prodotto dalla discarica.
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