Il Comune nei guai. Iorio: "O si aderisce al fondo di riequilibrio finanziario o sarà matematicamente dissesto". E torna l'incubo...
D'Agostino tra tecnici e professori |
Contrariamente a quanto annunciato qualche giorno fa da sindaco
e assessore al Bilancio, morbidi sulle difficoltà dell’ente e dichiarate però “irreversibili”
dalla Corte dei Conti, finalmente da ieri mattina si può essere sicuri: se non
è default poco ci manca. Altrimenti la presenza del professore universitario
Ettore Iorio, arrivato in città per spiegare la formula magica per uscire dal
pantano finanziario, non avrebbe alcun senso. Il docente Unical ed esperto
economista è, da par suo, pragmatico come tutti i suoi colleghi: “qui c’è un
dissesto messo sotto la polvere”. E che tradotto significa semplicemente: “o si
fa ricorso al fondo di riequilibrio o si cade nel dissesto. Lo scopo – ha spiegato ancora Iorio - è quello di
garantire la possibilità di gestire gli obblighi più urgenti (per esempio il
pagamento degli stipendi) e di evitare che il Comune sia costretto, appunto, a
dichiarare il dissesto”. Evitare, dunque, il baratro ad ogni costo è la
parola d’ordine che l’amministrazione, accompagnata pure dalla minoranza, deve
interiorizzare sin da subito. L’iter da seguire, tra le altre cose, non è
nemmeno così complicato come qualcuno tra i banchi dell’aula pensava, perché
sarà sufficente presentare la delibera di ricorso in modo da avere –
soprattutto per calmare in prima istanza il proiettile in canna della Corte –in
mano la sospensione dei provvedimenti di dissesto e dare così il via alla
richiesta di adesione. Da quel momento, D’Agostino, giunta e consiglio
bipartisan avranno tempo sessanta giorni per presentare un piano di rientro - “serio
e affidabile” – su più fronti e sottoposto, con apposite relazioni, alla
stretta vigilanza semestrale della Corte. Nello specifico, il professore, non
ha, per così dire, decretato ipso facto la
morte finanziaria dell’ente, definendola infatti “ai limiti”, ma ha comunque
intimato gli amministratori e la minoranza a prendere seriamente la questione e
assumere delle “promesse praticabili” che tengano conto di diversi fattori
quali ad esempio la “non dilatazione degli impegni nel quinquennio che verrà”.
In pratica, Iorio ha da subito messo le cose in chiaro, spiegando ai presenti
l’importanza di uno strumento come quello del fondo di riequilibrio, diverso da
altri classici meccanismi di risanamento, quali appunto il dissesto e il
dissesto guidato. Non basterebbero più, dunque, le solite garanzie di facciata
nei confronti della magistratura contabile, storicamente simili a delle
acrobazie aritmetiche e meno avvezze a certezze di entrata, come ad esempio la
messa in vendita di beni patrimoniali, proprio perché se c’è qualcosa che
adesso dev’essere fatto è quella - ad oggi - mancanza di liquidità corrente (e
immediata), indispensabile per riequilibrare quei famosi residui passivi o per,
ancora, riconoscere i debiti. Non si possono più, dunque, trascinare dietro
eredità scomode, forse vera panacea di tutti i mali della pubblica
amministrazione. E i conti passati, presenti e futuri devono essere saldati.
Per ripartire vergini e magari più accorti di prima. Soprattutto per una
questione di onestà nei confronti dei cittadini, veri risanatori degli errori
commessi dai loro rappresentanti. Non a caso, quegli stimati 240 euro ad personam previsti dal fondo dovranno
naturalmente essere restituiti, se non con gli interessi, almeno con una
gradualità costante. Ciò implicherà, purtroppo, un aumento al massimo delle
imposte comunali per un tot di non specificato di anni. Ma tant’è e i nodi,
prima o poi, arrivano sempre al pettine.
Angelo De Luca
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