Dei tanti parcheggi politici dell’ultim’ora di sicuro la
Calabria è quello più abusivo. Come se non bastasse già Rosy Bindi, eletta
plebiscitariamente manco fosse nata in Aspromonte nelle scorse primarie
democrat, adesso, cioè ieri sera poco prima delle 20, il Piddielle ha calato
l’asso di bastoni. Che in gergo locale, da non confondersi, anche se
sembrerebbe, con “lato Berlusconi”, significa “metterlo prepotentemente nel
lato B”. Scilipoti finalmente ha preso la cittadinanza ultra meridionale. Un
vero primato. Roba da porcellum. Porcellum e promesse mantenute. Perché se è
vero, com’è vero, che il cosiddetto “responsabile” (o “salva-culi” che di dir
si voglia) è riuscito nell’impresa di tenere a galla per qualche altro mese il
governo ante-Monti, è altrettanto vero che il tornaconto richiesto per tale
gesto è stata senza dubbio la riconferma parlamentare. Anzi, Quirinale.
La notizia di Scilipoti l’Africano in Calabria circolava già
dalle prime ore del mattino. I big locali, con in testa il governatùr Giuseppe
Scopelliti, hanno improvvisamente messo mano ai telefoni per bestemmiare in
faccia ad Angelino Alfano, contestando l’inatteso regalo del loro principale.
Addirittura, il cosiddetto “responsabile di fine seconda repubblica”, avrebbe
dovuto posizionarsi nella prima piazza regionale, davanti a pezzi da 90 come il
mammasantissima Tonino Gentile e l’assessoressimo “rrriggitanu” Antonio Caridi.
Poi, finalmente, lo scatto d’orgoglio del popolo oppresso. “Eh no – avranno
bisbigliato bestemmiando sottovoce gli scalzati pidiellini – a tutto c’è un
limite. Scipilo, Scilito, Scilicomecazzosi chiama no. Almeno si fosse portato
la Tommasi, giustu u ndi facimu l’occhji”. Breve riunione del coordinamento,
presa di coraggio e via. “Governatùr pensaci tu”. Ed ecco la magia. Alle ore 20
in punto il buon Mimmo viene piazzato in sesta posizione. Utile ancora certo,
perché in Calabria, evidentemente, gli Scopelliti and friends hanno certezza
scientifica dei loro consensi.
Storie quotidiane di sottomissioni meridionali. Succede così
da 150 anni. E pensare che Scopelliti ce l’aveva messa tutta per ridare un filo
di dignità e moralità al partito, regalandosi appena qualche giorno fa una
Scopelliti buona che, per l’appunto e a dispetto del cognome, non è neanche
lontanamente parente. Rosanna, figlia del giudice Antonino Scopelliti ammazzato
dalla ‘ndrangheta su ordine di Cosa Nostra nel 1991, è ad honoris cause nelle
liste per la Camera al secondo posto. Praticamente con due piedi in Parlamento.
Lei, da ingenua inesperta qual è, ha dichiarato felicemente di “voler dare voce
alla parte onesta della Calabria ad oggi poco considerata”. E aggiunge,
disconoscendo totalmente la sua blindata elezioni, “qualora lo
vorranno”.Intanto, per far capire al mondo intero la sua posizione in merito al
conflitto di interessi, la Scopelliti buona si licenzia subito dal
coordinamento del movimento antimafia “E adesso ammazzateci tutti”.
Ma ritornando all’uomo per tutte le stagioni, ovvero Mimmo “
‘o responsabile ”, capace in un attimo di offuscare la verginità ritrovata del
Pdl calabrese, è davvero troppo facile intuire come lo stesso sia il vero
scheletro negli armadi della nascitura Terza Repubblica. Persino più di Dorina
Bianchi nota esponente del “PddL” (Partito democratico della Libertà) e nata
politicamente per caso nel 2001 all’interno di una lista civetta chiamata
niente meno che “Abolizione Scorporo”. Un centro-destra, insomma, che – malgrado
alcuni lo pensassero incapace di stupire gli italiani – ha nuovamente stupito
il bel Paese, piazzando sul mercato elettorale alcuni personaggi. Più simili a
dei bardotti che a dei cavalli di razza.
Angelo De Luca
Nessun commento:
Posta un commento